FÙTBOL

17.10.2024

Di Osvaldo Soriano, con Peppe Servillo, alla chitarra Cristiano Califano - Visto al Teatro Gerolamo il 5  ottobre - Recensione di Adelio Rigamonti (nella foto Peppe Servillo)

Peppe Servillo
Peppe Servillo

TANTO CALCIO E POCA DRAMMATURGIA

FÙTBOL andato in scena nello stupendo Teatro Gerolamo è un reading tratto dall'omonima opera dello scomparso scrittore argentino Osvaldo Soriano, sicuramente uno degli autori più importanti dell'intero Sudamerica. Esule durante il regime di Videla visse a lungo in Europa (Belgio e Francia) e fu anche corrispondente per Il Manifesto. La lettura dei racconti, tutti naturalmente ispirati al mondo del pallone, è punteggiata da musiche e canzoni. Sul minuscolo palcoscenico Peppe Servillo è accompagnato dalla chitarra di Cristiano Califano.

Soriano, definito da Massimiliano Castellani, sulle pagine di Avvenire, "pallone d'oro delle storie di cuoio" fu giovane centravanti di belle speranze costretto ad abbandonare il calcio per un grave incidente e poi giornalista e scrittore.

I racconti sembrano proposti un po' alla confusa e non sempre, per il pubblico, facilmente collocabili in tempi certi. Arguzia,immediatezza e facilità di scrittura sono presenti in tutti i racconti a iniziare dal primo letto sul proscenio il cui protagonista è un tipo seduto per sempre per la via davanti l'uscio di casa, viene girato verso l'interno della casa, in modo di poter guardare il televisore, quando viene trasmessa qualche partita: un intimo sofferto gol nella sofferta solitudine. Il reading prosegue tra partite comprate e vendute e un allenatore inventore del calcio spettacolo solito non solo a mandare tutti all'attacco, ma anche, nei momenti di confusione, a inserire un dodicesimo, se non addirittura un tredicesimo giocatore.

Tra tutto questo e molto altro c'è lo spazio per narrare del famoso gol di mano di Maradona segnato all'Inghilterra nei mondiali dell'86. Ma c'è soprattutto spazio, in uno dei racconti più intensi, per ricordare la vittoria degli uruguagi al Maracanà nella finale del mondiale del 50 contro i padroni di casa del Brasile. Risultato che portò pianti disperati, lutti e numerosi suicidi tra i tifosi giallo-oro.

Per ritornare a quanto visto al Gerolamo mi sembra doveroso, anche per rispetto al pubblico, sottolineare come, al di là di una buona lettura di un afono Servillo, alla musica ben eseguita e, soprattutto agli ottimi racconti, è sta una serata in cui è mancato quasi del tutto qualsiasi collegamento vagamente drammaturgico. Peccato!

Adelio Rigamonti