LA FELICITÀ DI EMMA
"La felicità di Emma" da un romanzo di Claudia Schreiber - Drammaturgia di Rita Pelusio, Domenico Ferrari, Enrico Messina - Con Rita Pelusio - In scena al Teatro della Cooperativa fino al 15 dicembre 2024 - Visto il 10 dicembre - Recensione di Claudia Pinelli. (Nelle foto Rita Pelusio)
LIEVE, INTENSO, SORRIDENTE, COMMOVENTE
La felicità di Emma è uno spettacolo poetico. Con lievità quasi fiabesca Rita Pelusio è lo Spaventapasseri che racconta, con sguardo puro e un sorriso accennato, la vita difficile di una donna che vive del suo lavoro di allevatrice e macellatrice di maiali, addentrandosi nei sogni, nella vita, nella scelta di emanciparsi dagli esempi violenti di un nonno e di un padre padroni, nella accettazione della morte, che se deve essere, perché permette a te di vivere, che sia però dignitosa, senza sofferenza, per tutti, animali e umani perché "non è la morte in sé la questione, ma la paura di morire". Max irrompe nella vita di Emma in seguito a un incidente di macchina e lei lo accoglie, spezzando la solitudine. Quanto Emma è rude, disordinata, caotica, così Max è metodico, vive di paure, eppure si riconoscono e si amano e il loro amore è come il ritmo di una sinfonia di Hendel, un momento bellissimo, suggestivo, fatto di movimenti musicali.
Se ami non trattieni se per l'altro è sofferenza e Emma accompagna, in quella fine certa segnata dalla malattia, senza che sia il dolore e la paura a avere ragione sulla vita e anche sulla morte.
Uno spettacolo bellissimo, lieve, intenso, sorridente e commovente, con una splendida Rita Pelusio qui senza la vena comica tout court di altri lavori, ma che attraverso modi diversi di impersonare e raccontare, mantiene salda la capacità di essere e fare teatro che sia impegno civile. Da vedere.
Claudia Pinelli