LA LETTERA
LA LETTERA di Paolo Nani torna per l'ennesima volta, quasi sempre nel mese di dicembre, al Filodrammatici. Dal nostro archivio la recensione di Adelio Rigamonti del 2016 (Nella foto Paolo Nani)
UN MAGICO NULLA
Al Teatro Filodrammatici fino al 18 dicembre è di scena Paolo Nani con La lettera.
Ne La lettera, che "gira" da venticinque anni in tutto il mondo ed è certamente uno spettacolo cult del teatro non verbale, la storia è una storia da nulla: un uomo entra in scena, si siede a un tavolo, beve un sorso di vino, subito sputato a terra, contempla una foto incorniciata all'estremo del tavolo, ne sembra schifato, gira la foto verso il pubblico (una vecchia signora, una forse nonna), prende un foglio e scrive una lettera, la imbusta, l'affranca, ma mentre sta per uscire lo assale il dubbio che la penna sia priva di inchiostro. Torna al tavolo, controlla: il dubbio si concretizza, il foglio è rimasto bianco. L'uomo deluso esce di scena. Qui il tutto o il nulla su cui si regge uno spettacolo di magica clownerie.
La lettera è stata ispirata, liberamente, molto liberamente, da Esercizi di stile di Raymond Queneau, dove una breve storia è ripetuta novantanove volte in altrettanti stili letterari, e la storia da nulla viene ripetuta da Paolo Nani ben quindici volte in altre varianti: all'indietro, con ripetizioni, con sorprese, volgare, da pigro e da ubriaco, nella geniale versione dell'uomo che fa due cose contemporaneamente, sognante, l'uomo del west che spara ad ogni cosa. Poi lo straordinario gran finale con quattro sketch magici: nel primo di questi Nani rifà la storiella senza usare le mani e lo stappare la bottiglia o l'imbustare e affrancare la lettera portano la sua genialità clownesca al top. Nel secondo, in chiave horror, difficile, se non impossibile, trattenersi dalle risate grasse, nel terzo dedicato al cinema muto dona una comicità ricca di lirismo, nel quarto, invece, rivela in modo straripante il suo amore altrettanto straripante per il mondo dei clown e del circo. Poi un finto bis, una cervellotica riproposizione della storiella questa volta in divertente salsa freudiana, chiude lo spettacolo e sono davvero ovazioni.
Dopo essersi cambiato, Paolo Nani torna in scena a rispondere con brio alle domande, in verità un po' scontate, ma genuine, del pubblico. Altri dieci minuti di buon umore.
L'eccezionale mimica facciale (gli occhi che roteano contemporaneamente uno in senso orario e l'altro in senso antiorario!) può valere da sola il prezzo del biglietto, ma c'è di più, davvero molto di più nel precisissimo e studiatissimo spettacolo cult di Paolo Nani.
Adelio Rigamonti