Recensione/IL PROFETA SCORRETTO: GIORGIO GABER - Fringe Milano Off

05.10.2024

"Il profeta scorretto: Giorgio Gaber" di e con Riccardo Leonelli

e Emanuele Cordeschi, Lorenzo D'Amario, Emanuele Grigione

Testi e musiche di Giorgio Gaber e Sandro Luporini

Per il Fringe Milano Off, dal 26 al 29 settembre alla Società Umanitaria, dal 3 al 6 ottobre presso Imbonati 11 Art Hub Microteatro.


Un piccolo pretesto narrativo dà il là ai due Signor G sul palco, uno vestito di nero, l'altro di bianco. Il primo, Emanuele Cordeschi, voce e percussioni, tra una canzone e l'altra del repertorio gaberiano, deve aggiornare il secondo di cui è l'alter ego, il bravissimo attore e cantante Riccardo Leonelli che interpreta il Gaber redivivo dopo vent'anni, di cosa e quanto è cambiato nel mondo dalla sua morte.

Gli artisti mostrano come attuale sia il contenuto del repertorio del maestro milanese, dalle canzoni degli anni '60 e '70 dai testi via via più ironici, per arrivare a quelle di maggior impegno, ma anche a quelle dal contenuto più introspettivo, nel rifiuto, sempre più accentuato, per i conformismi alla moda. Gaber portava nei teatri l'indipendenza di un pensiero che si rapportava alla realtà e al momento storico in cui ha vissuto, ma nello spettacolo si viene condotti attraverso le tante canzoni e il dialogo, alla consapevolezza che molto è andato come lui aveva previsto e anche che quello che lui coraggiosamente diceva 20 anni fa, ora verrebbe reputato "politically incorrect".

Sul palco de "Il profeta scorretto", oltre ai due protagonisti, il valore aggiunto della musica suonata dal vivo, chitarra, fisarmonica, ukulele, che permette un coinvolgimento totale. Gli artisti sono bravi, sia dal punto di vista musicale che attoriale. I brani non vengono lesinati, la parte narrativa estemporanea è contenuta all'essenziale e mischiata ai testi di teatro e-canzoni propri di Giorgio Gaber. Le interpretazioni sono molto fedeli all'originale, così come le movenze di Riccardo Leonelli che ripropone la gestualità dinoccolata del maestro, oltre che l'intonazione, ricreandone la suggestione nell'intento di rispettare pienamente quella che è stata la modalità artistica di Gaber evitando altresì, per fortuna, l'effetto parodia.

Un bel modo per rendere omaggio a Giorgio Gaber, farlo risuonare in chi lo conosce e farlo apprezzare e arrivare alle generazioni più giovani.

Claudia Pinelli