SENZA MOTIVO APPARENTE
"Senza motivo apparente" di e con Christian La Rosa - Scritto e diretto da Chicco Dossi - Visto il 15 gennaio 2024 al Teatro della Cooperativa e recensito da Claudia Pinelli. (Nella foto Christian La Rosa)
UNA STORIA VERA
"Ma che piccola storia ignobile io vi voglio raccontare…" mi rimbalzano queste parole, non presenti nello spettacolo, mentre un bravo Christian La Rosa dipana la storia terribile di un delitto avvenuto nella provincia piemontese, a Saluzzo, cittadina arroccata sulle sue mura, dove ci nasci o scegli di andare, ma non puoi capitare per caso, dove tutto è squadrato, le abitudini, le distanze, la ripetitività della vita di una apparente tranquilla provincia. Eppure è proprio qui che muore, in seguito a un agguato, il dottor A.
La storia non è piccola ed è, purtroppo, vera. Il dottor Amedeo Damiani, dirigente pubblico dell'ospedale civile di Saluzzo, venne affrontato nell'androne di casa da sicari che gli spararono dopo una colluttazione e morirà dopo 100 giorni, lasciando una moglie e 4 figli tra i 2 e i 17 anni.
In quanti se lo ricordano il dottor A. ucciso nel 1987? Christian La Rosa è da solo sul palco, non ci sono elementi scenici a supportare una narrazione incalzante, ma mai forzata nei toni. I suoi movimenti sono minimi: è la parola che fa prendere forma a una storia umana che vale la pena ricordare. Un agguato e una morte "Senza motivo apparente" proprio come nelle storie di mafia, che non si svolge in qualche provincia del sud, ma nell'opulento nord Italia; la storia di un uomo che scelse di lasciare Milano ritenendola troppo pericolosa all'indomani della strage di piazza Fontana, preferendo per lui e la sua famiglia la vita tranquilla della provincia, ma a cui bastò avere una coscienza e non permettersi indifferenza perché qualcuno lo considerasse un nemico.
Una storia di cui non possiamo che rimarcare l'attualità trattando di malversazioni nella sanità, oltre che di una giustizia che si trascinerà, tra depistaggi e omissioni, per anni arrivando a condannare gli esecutori e non i mandanti.
La drammaturgia, molto efficace, prende spunto da un libro di Sergio Anelli "Omicidio in danno del dottor A.", Aragno ed.
Claudia Pinelli